Blythe, che bambola!
DALLO SCANTINATO ALLA RIBALTA
Se non si fosse già capito, sono un’amante del mondo kawaii (del quale parleremo in un altro post). Di questo universo fa parte anche la mia passione per le bambole Blythe, che colleziono dal 2008.
Si tratta di bambole nate nel 1972 negli Stati Uniti, prodotte dalla Kenner e disegnate da Allison Katzman. All’epoca non ebbero molto successo: durarono solo un anno perché, ahimè, con il loro testone e gli occhi grandi, facevano paura alle bambine. Per di più, tirando una cordicella posta dietro la loro schiena si cambia il colore e la posizione degli occhi, cosa che le rende più “vive” delle altre e forse troppo sinistre per quell’epoca di bambolotti di plastica vuota.
BREVE STORIA DELLE BLYTHE
La nostra povera Blythe è così finita nel dimenticatoio, finché, alla fine degli anni ’90, la produttrice televisiva Gina Garan ne ricevette una in regalo, che divenne la sua principale modella fotografica.
Nel 2000 Gina pubblicò “This is Blythe“:il primo libro fotografico a loro dedicato che le riportò finalmente sotto i riflettori. Nel 2001 Hasbro, il marchio proprietario dei diritti dell’epoca, cedette alla giapponese Takara la licenza di produzione per le Neo Blythe: la nuova edizione delle bambole definitivamente consacrate “collezionabili”.
Col passare degli anni il marchio Blythe è anche diventato un’icona fashion per diversi stilisti come Alexander McQueen e Bottega Veneta. Oggigiorno di queste “Doll” ne esistono di tre misure diverse: le sopracitate Neo Blythe, le Middie e le Petite.
Ora immagina la mia sorpresa quando questa passione è diventata un lavoro.
BLYTHECON MILANO 2019
Nel 2019 è stata organizzata la prima Blythecon a Milano: un evento no-profit mondiale itinerante, dove appassionati e collezionisti di tutto il mondo si trovano per condividere idee, discutere e acquistare le creazioni dei numerosi artigiani e creativi del mondo Blythe; un’occasione normalmente sfruttata da noi fan per viaggiare, conoscere nuove città e appassionati.
Ovviamente l’esposizione aveva bisogno di un’immagine grafica, un logo che fosse poi declinato per i diversi gadget distribuiti per l’occasione (borse, adesivi, cartoline, poster, ecc.) e qui entro in gioco io.
Conoscendo bene il soggetto del lavoro, sicuramente sono partita avvantaggiata, ma questo poteva anche diventare un problema! Per me era la commissione dei sogni. Quante persone possono avere la fortuna d’interpretare nel proprio lavoro una loro grande passione? Personalmente sono, ahimè, sempre alla ricerca della perfezione ho dovuto perciò frenare l’eccitazione, mantenendo un certo distacco che mi facesse abbandonare l’ansia da prestazione, così da vedere il lavoro con razionalità e lucidità, senza perdermi in mille dettagli.
A livello di briefing non ho avuto particolari limiti, ma uno degli aspetti da rispettare era la palette colori: doveva contenere al suo interno il “Giallo Milano”, tipico colore delle case di ringhiera della vecchia città.
In conclusione sono molto soddisfatta di questo lavoro, che è riuscito a unire la mia professione a una delle mie più grandi passioni.
Vuoi un logo super figo?
E per le amanti del vintage, vi lascio la pubblicità del 1972 della nostra adorata Blythe.