Brand book, questo sconosciuto…

A COSA SERVE, DA COSA È COMPOSTO E PERCHÉ È IMPORTANTE

Qualche tempo fa ho ricevuto una chiamata da un cliente che già da tempo aveva un logo della sua attività. Un fornitore gli aveva chiesto il brand book o manuale d’immagine coordinata per realizzare un lavoro e lui non aveva idea di cosa fosse. Chi aveva realizzato il sopracitato logo non gli aveva fornito il suddetto manuale e mi sono quindi ritrovata a doverne creare uno da zero… un lavoro faticosissimo, non avendo creato io il logo, e una spesa non prevista ma necessaria, per il mio cliente.

Quando si progetta un logo il lavoro non finisce con la sua consegna ma va accompagnato da un brand book o manuale d’immagine coordinata. Quando ne parlo la maggior parte delle volte i miei clienti non sanno di cosa si tratta, perciò eccomi qui a spiegare cos’è, a cosa serve e perché è fondamentale averlo.

COS’È UN BRAND BOOK O MANUALE D’IMMAGINE COORDINATA

Si tratta di una guida, stampata o in digitale, che contiene le regole che garantiscono un uso corretto e coerente del brand. In esso viene spiegato cosa si può e cosa non si può fare con il logo, le dimensioni e i rapporti da mantenere, le su varie applicazioni, la palette colore, i font usati, le texture, ecc.
Insomma, il brand book è a tutti gli effetti un manuale d’istruzioni per la rappresentazione grafica della tua attività ed è uno dei motivi per cui un logo fatto da un professionista costa di più di uno fatto “datuocugggino”.

Esempio di pagine interne di brand book o manuale d'immagine coordinata
PERCHÉ È IMPORTANTE AVERLO E SOPRATTUTTO USARLO

“Ok, perfetto. Ma cosa me ne faccio?” Sicuramente non deve finire dimenticato in una cartella del computer a fare la muffa. Va consegnato e fatto rispettare a chiunque debba utilizzare il tuo logo… te compreso! Se hai bisogno di sapere che font è stato usato creare il tuo brand o quali codici colore lo compongono (per poterlo registrare, ad esempio), è fondamentale averlo e consultarlo quando si ha qualche dubbio.

DA COSA È COMPOSTO UN BRAND BOOK

Il manuale che ti verrà consegnato è strutturato da diverse sezioni:

  • Sommario con l’elenco di tutto ciò che è trattato all’interno, in maniera da trovare velocemente ciò che interessa.
  • Introduzione con una breve descrizione del brand, i suoi valori e la missione, il tutto corredato da una moodboard (una collezione di materiale visivo che evoca lo stile e il concetto legato al marchio).
  • Specifiche del logo in cui si definisce la sua forma, la sua costruzione, l’area di rispetto (la distanza che deve essere mantenuta attorno), le dimensioni minime per una leggibilità decente sia in stampa che a video, eventuali versioni alternative e le loro regole d’utilizzo (deformazione del logo, uso di colori, tipografie non consentite, ecc.).
  • Colori e palette specifiche che caratterizzano l’identità visiva del logo. Per ogni colore ci deve essere un codice in quadricromia, RGB, HEX e Pantone.
  • Tipografia per gli eventuali font da cui deriva il logo o quelli per i testi d’accompagnamento nella comunicazione istituzionale.
  • Applicazioni.La sezione forse più divertente: qui viene messa in opera per la prima volta l’immagine coordinata, attraverso esempi fotomontati di biglietti da visita, carta e busta da lettera, gadget vari, ecc.
Esempio di tutte le pagine che compongono un brand book o manuale di immagine coordinata
Esempio di tutte le pagine che compongono un brand book
COSE DA NON FARE CON IL MANUALE
  • Abbandonarlo in un cassetto

Il manuale va utilizzato da chiunque debba creare grafiche col vostro logo. Se gli lasci mettere le ragnatele, poi non ti devi lamentare che il logo è usato nella maniera sbagliata!

  • Usarlo come se fosse il logo

Mi è capitato che per fare una locandina o il packaging di un prodotto, invece del logo vero e proprio, mi mandassero il manuale (e uno con le immagini e loghi in jpg)… pessima idea. Il logo è una cosa, il manuale un’altra (il suo libretto d’istruzioni). Non si manda il primo se serve il secondo o viceversa. Sono due elementi con funzioni diverse ma complementari.

  • Chiedere di non averlo per ottenere uno sconto

“Posso fare a meno del manuale… mi fai uno sconticino?” No, non puoi fare a meno del manuale se vuoi un brand funzionale. È qualcosa di complementare al logo e se vuoi avere a che fare con professionisti, ti garantisco che la fatica che noi facciamo quando non abbiamo questo strumento non vale i pochi soldi risparmiati. E stai tranquilla che prima o poi qualcuno te lo chiederà! Non solo è molto più professionale fornirlo, ma ti risparmierai tempo e problemi.

Vuoi anche tu un logo super figo accompagnato da un manuale di immagine coordinata?

Colori monocromatici analoghi e complementari caldi e freddi

Introduzione al mondo del colore (parte 2)

CERCHIO CROMATICO E PSICOLOGIA DEL COLORE

Nella prima parte dell’articolo dedicato al colore che trovi qui, ho parlato dei metodi colore. In questa seconda parte scopriamo il cerchio cromatico, i modi per comporre una palette armoniosa e la psicologia nascosta nel colore.

CERCHIO CROMATICO

Per scegliere i colori in maniera corretta ci viene in aiuto il cerchio cromatico: un meccanismo di classificazione che ogni grafico si tiene in tasca per ogni evenienza. Eccolo qui, in tutto il suo splendore!

Cerchio cromatico, colori primari, secondari e terziari

Questa ruota si è evoluta nel corso del tempo mano a mano che si comprendeva il funzionamento dell’occhio. Attualmente la più utilizzata è divisa in dodici parti, con al centro i tre primari della stampa: ciano, magenta e giallo, dalla cui combinazione otteniamo i secondari e i terziari.
La ruota ci aiuta a visualizzare tutti i colori contemporaneamente e con delle semplici regole geometriche (vedi più avanti) si può capire al volo quali toni funzionano insieme e quali sono complementari, creando quindi palette armoniose.

CARATTERISTICHE DEI COLORI

Ogni colore esistente presenta tre caratteristiche:

  • Tono (Hue in inglese): la famiglia di appartenenza, gialli, rossi, verdi, ecc.
  • Saturazione: la vivacità, la tendenza o meno di un colore al grigio
  • Luminosità: la vicinanza di un colore al bianco o al nero
COME SCEGLIERE UNA PALETTE COLORI

Alla luce di tutto ciò, come devi fare per avere una palette composta da colori armoniosi?

Puoi scegliere tra una di queste opzioni:

Colori Monocromatici: prevedono variazioni di saturazione e luminosità mantenendo lo stesso tono.
Colori Analoghi: quelli che nel cerchio cromatico si trovano a contatto o nelle vicinanze del colore scelto.
Colori caldi: che hanno una componente di rosso, come l’arancione e il giallo.
Colori freddi: che hanno una componente di ciano, come il blu, il verde e il viola.
Colori complementari: ciascuna coppia di colori che si trova ai lati opposti nel cerchio cromatico. Da usare con estrema cautela e solo se si è davvero bravi a gestirli! Due colori complementari saturi affiancati creeranno un brutto effetto di “vibrazione”, quindi sarebbe il caso di usarli desaturati, cioè meno vivaci.

Colori_monocromatici_analoghi_complementari_caldi_freddi


Geometricamente puoi trovare altre combinazioni all’interno del cerchio cromatico inserendoci visivamente un triangolo, un rettangolo o un quadrato.

Combinazioni geometriche all'interno del cerchio cromatico


Una regola su tutto: scegli pochi colori in maniera coerente, due o tre vanno bene, e considerando anche eventuali sfumature dei colori principali/toni di grigio non superare mai i cinque!

PSICOLOGIA DEL COLORE

Esiste una psicologia del colore che studia le emozioni che un certo colore suscita nello spettatore. Avendo ben chiara la sensazione che si vuole risvegliare nel pubblico puoi risalire alla migliore palette da utilizzare.

Infografica psicologia colore
SITI UTILI PER CREARE UNA PALETTE COLORI

Esistono alcuni siti che aiutano a creare palette di colori armoniose senza rischiare di sbagliare. I miei preferiti sono:

color.adobe.com
coolors.co
colorhunt.co
colorsupplyyy.com

Introduzione al colore | Graphic Designer Monica Sotgiu

Introduzione al mondo del colore (parte 1)

I METODI DI COLORE RGB E CMYK E QUALE SCEGLIERE

Noi percepiamo il mondo a colori, non in bianco e nero, e siccome la nostra memoria funziona per immagini, i colori ci trasmettono inconsciamente emozioni, attirano l’attenzione e forniscono informazioni; hanno il potere di incanalare la direzione di lettura e facilitare la gerarchia visiva.

Nella scelta di una palette colori devi avere bene a mente ciò che vuoi comunicare con il tuo brand. Ma è davvero tanto difficile scegliere dei colori che stiano bene tra loro? Da quello che si vede in giro direi sì (“Ho visto cose che voi umani…”) quindi vi vengo in aiuto coi metodi di colore, la psicologia del colore e del “sempre sia lodato” cerchio cromatico, perché sarà pur vero che il nero sta bene su tutto, ma come canta Cyndi Lauper: “True colors are beautiful like a rainbow”.

Trattandosi di un argomento molto vasto, l’articolo sarà diviso in due parti. Nella prima scopriremo i metodi di colore, nella seconda il cerchio cromatico e la psicologia del colore.

I METODI DI COLORE PER VIDEO E STAMPA

Cos’è un metodo di colore? È il sistema con cui si riesce a replicare un’immagine con quanta più fedeltà cromatica possibile. Banalmente esistono solo due modi per replicare un’immagine: a video o in stampa. Il primo utilizza un insieme di puntini luminosi per comporre un qualsiasi figura; nel secondo i sopracitati “puntini” sono convertiti in inchiostro e stampati su qualsivoglia materiale.

METODO RGB

I “sensori” presenti nel nostro occhio (chiamati coni e bastoncelli) sono solo in grado di vedere 3 colori: rosso, verde e blu, che poi il nostro cervello correla per ricostruire la scena che stiamo guardando. Gli inventori dei primi TV hanno pensato bene di utilizzare questi medesimi 3 colori per ricreare immagini di luce con la massima fedeltà biologica. Nasce così la tricromia, dove con l’intensità variabile di un infinito numero di triplette ravvicinate di punti rossi, verdi e blu (RGB: Red, Green, Blue in inglese), l’occhio ha l’impressione di guardare una scena reale.


Al contrario di quello che ci hanno insegnato a scuola però, rosso+blu non fa il viola e verde+rosso crea il giallo! Quando si gioca con la luce vale la cosiddetta sintesi additiva: una mescolanza in cui la somma di tutte le radiazioni crea il bianco (vedi schema qui sotto).

RGB-Sintesi-additiva


METODO CMYK

Ben prima delle immagini a video, la stampa ha introdotto l’idea di combinare colori diversi in modo da dare origine a tinte differenti. Siccome i nostri occhi vedono il colore solo dopo che la luce ci si è riflessa (ed è stata in parte assorbita), gli inventori dei metodi di stampa hanno sempre teso a scegliere pigmenti primari che, combinati, potessero originare il resto dei colori senza far perdere luminosità. Dopo molti tentativi nei secoli, col tempo nasce e si stabilisce la moderna quadricromia che si compone di Ciano, Magenta, Giallo (Yellow) e Nero (K), quest’ultimo aggiunto per dare contrasto, dato che mischiando i primi tre si ottiene un grigio poco incisivo (il cosiddetto Bistro).


Le regole di miscelazione questa volta sono quelle che conosciamo sin dalle elementari: la sintesi sottrattiva in cui ciano+giallo danno il verde e magenta+giallo un bel rosso (vedi schema qui sotto).

CMYK-Sintesi-sottrattiva

In conclusione, se devi realizzare un lavoro a video userai il metodo di colore RGB, se invece dovrai stampare userai la quadricromia CMYK.