Monica Sotgiu Graphic Designer Telefilm anni 60

Le cinque intro di telefilm anni ’60 da vedere

TRA CARTOON E LETTERING, UN PICCOLO VIAGGIO TRA LE MIE SIGLE PREFERITE DELLE SERIE ANDATE IN ONDA DURANTE GLI ANNI ’60

Da piccola (e non solo) andavo matta per i cartoni animati, quindi se un telefilm iniziava con un’animazione otteneva sicuramente la mia attenzione. Crescendo ho anche scoperto che veniva fatto un affascinante uso della tipografia, quindi ho pensato tra me e me: “perché non scrivere un bell’articolo sulle sigle d’apertura e di chiusura delle serie degli anni ’60?”. E così ho fatto e mi è piaciuto un sacco.

Ho selezionato le cinque che mi sono piaciute di più, quindi mettiti comodo e buona visione!

VITA DA STREGA (BEWITCHED)

È una sitcom statunitense trasmessa dal 1964 al 1972. Parla di una strega di nome Samantha sposata con Darrin, un comune mortale. Lei vorrebbe avere una vita da normale casalinga, mentre la sua famiglia magica la mette continuamente nei guai.

La sigla è un delizioso cartoon prodotto dai miei amatissimi Hanna-Barbera, l’animazione, il tema musicale e la tipografia hanno subito delle leggere modifiche nell’arco degli anni, ma la più importante riguarda il cambio dell’attore che interpretava il marito Darrin nel 1969, che ha costretto a ricostruire il finale dell’intro.
I titoli di testa e di chiusura venivano modificati a seconda dello sponsor dello spettacolo.

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STREGA PER AMORE (I DREAM OF JEANNIE)

Si tratta di una sitcom nata sulla scia del successo di “Vita da strega”, andata in onda negli Stati Uniti per la prima volta dal 1965 al 1970.

La serie presenta ben tre sigle di apertura diverse, due per la prima stagione e una definitiva trasmessa dalla seconda in poi. Inutile dire che la mia preferita è la seconda, perché abbina un cartone animato a una tipografia tipica dell’epoca, il tutto condito con uno dei temi musicali più noti della tv.

La trama è molto naif (come tutti i serial di quel periodo): un capitano della NASA ha un problema con la sua navetta e atterra su un’isola deserta del Pacifico dove trova una bottiglia che, manco a farlo apposta, contiene un bel genio di nome Jeannie. La ragazza è capace di esaudire tutti i desideri del suo padrone, ma lo fa sempre a modo suo… e dalle sue buone intenzioni si sviluppano guai di ogni tipo.

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BATMAN

L’iconico live action pop-art basato sull’omonimo personaggio dei fumetti, andato in onda negli States dal 1966 al 1968. Il taglio è piuttosto “camp” e infantile, cosa che ha però contribuito a riavvicinare l’Uomo Pipistrello al grande pubblico.

Se avessi abitato sulla Luna finora e non lo sapessi, i protagonisti Batman e Robin sono due eroi mascherati che combattono il crimine nella caotica e colorata Gotham City. I loro nemici sono altrettanto colorati, appariscenti e kitsch, e quasi ogni puntata termina con una scazzottata dalle onomatopee fumettistiche a video.

L’intro è ovviamente realizzata in uno stile fumettoso ed è caratterizzata dal famoso tema musicale composto da Neal Hefti che ancora oggi rappresenta la sigla di Batman per antonomasia.

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LOST IN SPACE ‘65

È una serie televisiva di fantascienza americana tratta dal medesimo romanzo da cui è nato l’anime “Flo, la piccola Robinson”, andata in onda originariamente tra il 1965 e il 1968. Da quest’idea è poi germinato un film nel 1998 (col “Matt LeBlanc” di Friends, tra gli altri) e più recentemente un remake disponibile su Netflix.
La storia segue le avventure dei Robinson, una famiglia di coloni spaziali che precipita su un pianeta sconosciuto a seguito di un sabotaggio alla nave, e deve perciò sopravvivere in un territorio alieno tra mille peripezie.

La sigla presenta due versioni: la prima in bianco e nero, la seconda a colori, dove linee più geometriche vengono sostituite da elementi tondi, con una palette dai colori vibranti che alterna toni freddi a caldi e una tipografia morbida che sembra disegnata a mano.

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IO E I MIEI TRE FIGLI (MY THREE SONS)

Serie televisiva statunitense quasi sconosciuta da noi, andata in onda per ben 12 stagioni dal 1960 al 1972. Racconta la storia di un ingegnere aeronautico vedovo che deve crescere i suoi tre figli maschi.

Anche in questo caso l’intro ha diverse versioni in bianco e nero e a colori, ma ciò che trovo più interessante è la tipografia, protagonista assoluta e caratterizzata da giochi ad incastro. I nomi appaiono attraverso semplici animazioni al ritmo di musica o annunciate da una voce fuori campo.

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E questo è tutto. Se conosci altre sitcom che fanno uso di cartoni animati/lettering accattivante per l’apertura o la chiusura, aggiungili nei commenti che sicuramente sarà piacevole visionarli.

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